MARTINA SCARPA – CERAMICHE LEGA

Ho ideato un piatto semplice, ma allo stesso tempo moderno e lineare, partendo dalle caratteristiche della Berta: l’ambiente in cui è collocata, i prodotti dell’agriturismo, le coltivazioni circostanti

IL PROGETTO

FORMA – Il progetto dei piatti per Podere La Berta parte dall’analisi del logo dell’azienda per riuscire ad ideare un piatto ideale di diametro 26/28 cm per le portate principali che riesca a trasmettere con la forma la sua provenienza. Ho ideato un piatto semplice, ma allo stesso tempo moderno e lineare che attraverso i segni stessi del piatto risultasse simile al logo, sia il fronte che il retro.
Per togliere quella linearità che non rappresenta in pieno il valore del “fatto a mano”, ho deciso di “sformare” il piatto ancora fresco, tirando la terra come per creare un’ala laterale, che serve sia per renderli particolari sia per facilitare il trasporto, senza creare intralci.

TEXTURE E COLORI – Il progetto dei piatti parte soprattutto dall’analisi delle caratteristiche della Berta: l’ambiente dov’è collocata, i prodotti dell’agriturismo e le coltivazioni circostanti.
Conoscendo bene l’ambiente e i prodotti tipici dell’agriturismo, ho pensato di riassumere così le caratteristiche per me più rappresentative di La Berta: gli ulivi, dai quali viene prodotto l’olio della Berta; le vigne, coltivate attorno al podere; la terra, un termine generico per rappresentare i calanchi, la terra argillosa che circonda Faenza e che caratterizza le nostre zone; i frutti dimenticati, che ho imparato a conoscere grazie a mia mamma che ha da sempre coltivato e mantenuto gli alberi e che rappresentano il collegamento con la storia e le tradizioni.

Per riuscire a rappresentare ogni elemento ho deciso di utilizzare texture e colori diversi

  • ULIVI E OLIO – Per rappresentare ulivi e olio ho utilizzato le foglie dell’ulivo, imbevute nella terra, appoggiate sul piatto, sulle quali ho colato nuovamente la terra e l’ho fatta asciugare. Una volta tolte le foglie, il segno rimane inciso. Per questo piatto ho optato per il colore del rame nero che riesce a dare quelle tonalità verdi azzurre tipiche della nostra bottega e che ricordano le piante.
  • VIGNE E VINO – Per rappresentare vigne e vino ho pensato invece di colare la terra a forma di grappolo d’uva, in maniera molto astratta per non farlo risultare monotono.
    Le gocce di terra in rilievo ricordano i chicchi d’uva e nell’insieme, utilizzando il colore blu sempre con il rame, il piatto riesce a rappresentare in pieno l’idea dell’uva e allo stesso tempo di un piatto sporcato di vino.
  • TERRA – Per ricordare la terra ho deciso di utilizzare un sasso ed incidere direttamente il piatto, creando piccoli solchi non troppo profondi per non creare problemi nel lavaggio.
    Ho deciso di utilizzare il rame come colore, in modo da ottenere diverse sfumature, dal nero al verdone al rosso e ottenere un piatto “materico”.
  • FRUTTI DIMENTICATI – Per rappresentare i frutti dimenticati ho scelto l’utilizzo del colore, schizzi di colore sul retro dei piatti sui toni del verde, arancione, giallo e marrone che legano tutti i piatti.

MATERIALE – Essendo a Faenza non aveva alcun senso utilizzare altre tipologie di impasto, di smalti e di tecniche. Ho deciso di realizzare i piatti in terra rossa di Faenza, e di smaltarli in maiolica in modo da renderli brillanti e allo stesso tempo resistenti.
Le maioliche faentine vengono cotte a 1000° per ottenere il biscotto, e a 950° per la seconda cottura. La nostra tecnica della riduzione (inserire nella seconda cottura zucchero e alcool) ci permette di ottenere tutti piatti unici, uno diverso dall’altro: l’ossido di rame prende sfumature sempre diverse.

 

BIO

Martina Scarpa porta avanti una tradizione familiare, quella delle Ceramiche Lega, iniziata negli anni ’50 con il nonno Leandro, e proseguita con la madre Carla. Il marchio Lega è sinonimo di manualità ed esclusività: ogni opera infatti viene realizzata a mano nello storico laboratorio, dove la sapiente manualità dà vita a oggetti unici ed esclusivi. È qui che Martina è cresciuta, lavorando fin da piccola la ceramica. Ed è qui che è tornata, dopo gli studi in economia e dopo un’esperienza lavorativa come export manager, scegliendo di lavorare insieme alla madre nella bottega di famiglia e di dedicarsi completamente al mondo della ceramica e alla sua città, Faenza.

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